Dal 5 settembre 2017 il giovane capovaccaio Apollo, rilasciato in Basilicata il 2 agosto, sta migrando verso l'Africa e punta senza esitazioni verso Sud.
Dopo aver trascorso 34 giorni nel Parco Nazionale dell'Appennino Lucano, dove era stato liberato, Apollo ha iniziato un viaggio lungo e pieno di insidie che dovrebbe portarlo sino alla fascia sub-sahariana dell'Africa.
Nato nella primavera 2016 nel CERM Centro Rapaci Minacciati, Apollo era stato trasferito in Basilicata nel mese di luglio 2017 e qui ha trascorso un periodo di ambientamento in voliera. Dopo la liberazione, avvenuta il 2 agosto, ha cominciato una vera vita "da capovaccaio", ampliando mano a mano il raggio dei suoi voli di esplorazione e relazionandosi con una coppia di capovaccai nidificanti nei paraggi nonché con i numerosi nibbi reali che frequentano la zona di rilascio.
Apollo ha potuto contare su alcuni siti di alimentazione supplementare che gli hanno permesso di adattarsi gradualmente alla vista selvatica; in un'estate di grande siccità e temperature elevatissime, anche il rifornimento di alcune vasche per l'abbeverata è stato essenziale per il suo benessere. Antonio Conte e Mariangela Iacovino, dell'associazione Centro Studi Naturalistici Nyctalus, e Remo Bartolomei, dell'associazione Centro Studi Appennino Lucano, si sono presi cura del giovane in questa delicata fase.
Ora Apollo sta affrontando una grande sfida perché la migrazione verso l'Africa che il suo DNA lo spinge a compiere è densa di pericoli, per lo più correlati a pratiche ed infrastrutture umane, tra i quali primeggiano il bracconaggio e l'uso illegale del veleno. Ma un altro rischio rilevantissimo è costituito dalla traversata che dovrà compiere per raggiungere le coste nord africane e, da lì, l'area sub-sahariana, nella quale rimarrà per circa due-tre anni.
I naturalisti ed ornitologi che lo hanno accompagnato dalla schiusa dell'uovo sino al primo volo, che lo hanno supportato nel primo mese di libertà e monitorato costantemente grazie alla radio VHF ed al GPS/GSM datalogger di cui è equipaggiato sono ora con il fiato sospeso e ne controllano la posizione quasi minuto per minuto. Il 6 settembre Pino Rocca e Marcello Longeri di StorCal (Stazione Ornitologica Calabrese) hanno potuto osservare e fotografare Apollo a 210 km dal punto di partenza mentre si trovava vicino ad un gregge.
Apollo ha percorso in due giorni più di 400 km e viaggia ad una media di 25 km/h, con velocità istantanee che raggiungono quasi gli 80 km/h; attraversando il massiccio del Pollino ha raggiunto l'altezza massima di 2.326 m.
Quello che tutti si augurano è che il giovane possa, nel corso del viaggio, incontrare e seguire un adulto o un subadulto che conosca già "la strada" migliore per la migrazione, soprattutto nel periglioso tratto di mare che divide Sicilia ed Africa.
La delicata operazione di rilascio, pianificata e gestita dall'associazione CERM Centro Rapaci Minacciati, è stata realizzata grazie all'impegno sul campo delle associazioni Centro Studi Naturalistici Nyctalus, Centro Studi Appennino Lucano ed ARDEA, con il supporto finanziario di Federparchi e la sponsorizzazione di CoGeDi (società distributrice dell'acqua Rocchetta ed altre bevande), grazie al prezioso appoggio di VCF Vulture Conservation Foundation e della fondazione MAVA, di ISPRA e di e-distribuzione S.p.A. ed alla collaborazione della Regione Basilicata, dell'Ente Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonegrese e del Comune di San Martino d'Agri.