Enti pubblici ed associazioni
Enti pubblici ed associazioni naturalistiche possono intraprendere iniziative di varia natura per aiutare il capovaccaio.
Protezione attiva dei siti di nidifcazione
Organizzazione di campi di controllo dei nidi per evitare episodi di bracconaggio e disturbo come si fa, con successo, in Sicilia per l’Aquila di Bonelli.
Realizzazione di punti di alimentazione
Realizzazione e rifornimento di punti di alimentazione (carnai) in aree strategiche, in primis nei pressi di siti di nidificazione in uso, così da favorire ed incrementare il successo riproduttivo, e lungo le rotte migratorie in punti strategici per sostenere gli esemplari in spostamento da e per l’Africa. La creazione di un carnaio può essere effettuata, in zone protette ed adeguatamente sorvegliate, sia costruendo una recinzione che installando una piattaforma-mangiatoia, alta da terra almeno 2,5 metri e con un ripiano di almeno 4 metri x 4 metri. Se il rifornimento viene effettuato con scarti di categoria 3, cioè con sottoprodotti di origine animale idonei al consumo umano ma che, per motivi vari, non vi vengono destinati (es. scarti di macellazione, confezioni di carne scaduta o in procinto di scadere, scarti di allevamenti di conigli, pollame ecc.) l’iter autorizzativo è molto più semplice. Il rifornimento di un carnaio non è eccessivamente costoso ma necessita di una grande costanza e volontà da parte degli addetti.
Attività di sensibilizzazione
Svolgimento di attività di sensibilizzazione e divulgazione nelle scuole, nelle aree rurali, presso le associazioni di cacciatori ecc. per spiegare l'importanza che il capovaccaio e gli altri rapaci rivestono per l'equilibrio ambientale e per scoraggiare l'uso illegale del veleno ed il bracconaggio.
Enti gestori di aree protette
Oltre alle attività di cui sopra, gli enti gestori di aree protette hanno l'importante ruolo di garantire la tranquillità necessaria al capovaccaio nel periodo riproduttivo nel loro territorio di competenza: il disturbo causato da attività umane quali l'arrampicata, il parapendio, il volo in deltaplano, le esercitazioni di elicotteri militari o della protezione civile, il trekking ovunque, lo sparo di fuochi d’artificio, i voli d’angelo, le manifestazioni con mongolfiere, l’uso di droni, ecc. può impedire l'insediamento di coppie riproduttive o, peggio ancora, portare all'abbandono della cova ed al fallimento della riproduzione. Pertanto è essenziale che la pratica di queste attività a rischio venga proibita o fortemente regolamentata, una volta individuate le aree già occupate o potenzialmente idonee alla nidificazione ed i periodi sensibili.
Fotografi, ornitologi ed escursionisti
Purtroppo, non è infrequente che la passione per la fotografia, per l'ornitologia o l'escursionismo causino danni a specie selvatiche nel periodo riproduttivo. Spesso il disturbo è del tutto involontario: ci si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Capita anche, però, e più spesso di quanto si pensi, che la smania di carpire con il proprio obiettivo fotografico o con il proprio binocolo immagini uniche di un accoppiamento o di una cova porti a dimenticare, prima di tutto, l'etica e, poi, le leggi per la protezione della fauna. E' doveroso che il rispetto per il capovaccaio e l'assoluta urgenza di proteggerlo vengano anteposti anche alla più incontenibile delle passioni.
Scuole
Il capovaccaio è un rapace interessante e decisamente "stravagante" per essere un piccolo avvoltoio. E' un perfetto esempio di come l'ignoranza e la stupidità di pochi possano spazzare via, nell'indifferenza assoluta di molti, una specie non solo innocua per le attività umane ma anche molto utile per l'equilibrio ambientale in virtù del suo ruolo di "spazzino" naturale. Gli spunti didattici non mancano, per cercare di stimolare curiosità e rispetto.
Allevatori, cacciatori, tartufai, ecc...
L'uso illegale del veleno è una pratica molto diffusa e rappresenta una delle minacce più temibili per il capovaccaio. Qualsiasi motivazione possa scatenare l'uso dei bocconi avvelenati (lotta contro volpi ed altri predatori del bestiame e delle specie cacciabili, concorrenza tra tartufai ecc.), è bene ricordare che si tratta di una pratica:
- illegale;
- che può uccidere anche molti altri animali che non si vogliono colpire ma che possono cibarsi dei bocconi o delle carcasse avvelenati;
- barbara e malvagia, che provoca sofferenze spaventose agli animali che se ne cibano;
- inutile, perché morto un predatore ne verrà un altro mentre esistono sistemi più efficaci e duraturi per la protezione del bestiame.
Naturalisti, ornitologi, fotografi ed appassionati di natura
L'esperienza delle operazioni di rilascio effettuate negli anni scorsi ha confermato che la collaborazione di naturalisti, ornitologi, fotografi ed appassionati è fondamentale per ricostruire gli spostamenti dei capovaccai. Chi volesse fornire il proprio contributo può mettersi in contatto con l'Associazione CERM.