Come è naturale, noi operatori del CERM abbiamo una certa familiarità con i capovaccai di cui ci prendiamo cura (ne conosciamo i nomi, la storia e persino il carattere) e con molti di essi si instaura, inevitabilmente, un legame particolare.
Ma il ricordo di uno, più di tutti, suscita in noi un'intensa emozione, un po' perché non è più di questo mondo un po' perché si trattava di un capovaccaio davvero "speciale".
Modesto era stato prelevato nel centro di recupero spagnolo di Segovia nel gennaio 1993. Un evento traumatico gli aveva lasciato un'ala menomata, perciò poteva solo svolacchiare malamente. Sin dal 2001 aveva fatto coppia con Elena, insieme alla quale ha generato ben 14 figli.
Animale mite, come rivelato dal nome, e molto intelligente, Modesto era un compagno e padre esemplare, pronto persino a sopportare senza battere ciglio "gli sfoghi" talora un po' violenti della moglie "stressata" nel periodo riproduttivo.
Qualsiasi uovo o pulcino, anche figlio altrui, fosse inserito nel suo nido nel periodo riproduttivo Modesto non aveva alcuna esitazione: l'adozione avveniva nell'arco di pochi secondi.
Un episodio emblematico testimonia il suo straordinario istinto paterno (e non importa se lo stiamo un po' troppo umanizzando!).
Nell'estate 2005 nel nido di Modesto ed Elena stavano crescendo due giovani capovaccai tra i quali, di quando in quando, si verificava qualche inevitabile scaramuccia: ebbene, Modesto si precipitava a sedare i bisticci interponendosi tra i due litiganti. Atteggiamento mai osservato in altri genitori.
L'eredità di Modesto come eccezionale riproduttore è stata raccolta da suo figlio Ulisse, che, nel 2014, ha covato ed allevato la sua prima figlia, Lea.