Tra il 2004 ed il 2012 è stato effettuato, con il metodo hacking, il rilascio di 12 giovani capovaccai: 10 di essi sono stati liberati nell'Oasi LIPU Gravina di Laterza (TA), in Puglia, mentre due di essi sono stati liberati nell'Alta Valle dell'Albegna (GR), in Toscana.
Dei 10 giovani liberati in Puglia, sette erano nati in cattività nel CERM Centro Rapaci Minacciati (GR), due erano di origine turca ed erano stati allevati al CERM dopo essere stati sequestrati dal Corpo Forestale dello Stato nell’ambito di un’operazione contro il traffico illegale, mentre uno era stato donato dallo Zoobotanico Jerez (Jerez de la Frontera, Spagna).
Nella Gravina di Laterza le operazioni sono state realizzate grazie alla collaborazione tra CERM e LIPU, al supporto del Comune di Laterza (TA) ed al finanziamento della Regione Puglia (Progetto Grastepp e progetto POR Puglia 2000-2006 “Piano d'azione per la conservazione del Capovaccaio e azioni di conservazione del Grillaio, Nibbio reale e Nibbio bruno nell'area delle Gravine”).
I risultati dei rilasci sono stati molto incoraggianti. Tutti i giovani sono migrati verso Sud circa 12-20 giorni dopo l’involo e di alcuni di essi è stato possibile conoscere, almeno parzialmente, gli spostamenti.
Soltanto nel 2003 un giovane venne liberato, in Sicilia, impiegando un metodo diverso dall'hacking vale e dire inserendo l'animale all'interno del nido di una coppia selvatica. Tale sistema non è stato in seguito più adottato sia per evitare di disturbare la riproduzione delle pochissime coppie ormai presenti in Italia sia per evitare di attirare l'attenzione sui siti di nidificazione della specie, purtroppo colpiti, anche nel recente passato, da ignobili atti di depredazione.